A prima vista queste terrecotte esprimono elevata qualità formale e notevole sapienza artigianale. 
Terrecotte realizzate con refrattari e gres, terre che cuociono ad alte temperature. Le invenzioni plastiche dalle forme essenziali, spesso simmetriche, manifestano stabilità architettonica e sobrietà cromatica. II loro colore é quello che il fuoco nel forno ha impresso all'elemento terra. Non si sente la necessità dell'abito lucente, policromo di smalti e cristallina. La meditazione, lo studio e la sperimentazione in proprio, la frequentazione di botteghe e maestri importanti in Italia e all'estero (Puglia, Faenza, Brasile ... ), le successive esperienze come maestro all'interno di una Comunità educativa hanno ormai condotto Tonino Negri ad una espressività matura che sfocia in una fisionomia stilistica riconoscibile. Guardo il "Iogo" che questo plasticatore si è scelto: una mano aperta (vuota) sovrapposta ad un'anfora. Anfora con due manici che equivalgono alle braccia della figura umana. Il vaso è costituito da piede, pancia, collo; il corpo umano ha piedi, corpo, testa. La colonna classica alla base, il fusto, il capitello. Capo- capitello. Oltre alla numerosa serie di vasi, vasi che fioriscono, coppe arche, case Tonino Negri propone costantemente vasi antropomorfi (oltre che zoomorfi): donne-vaso, donne vaso che reggono vasi. L'antico motivo della canefora.

Il vaso è il recipiente per eccellenza, con coperchio o senza. Le sculture di Tonino Negri sono leggere perché prevedono e dichiarano un utilizzabile spazio interno. Possono contenere liquidi, acqua, olio, e li contengono realmente nell'invenzioni delle cascate continue. Singolare, in questo senso, è la donna seduta a capo chino con lunghi capelli a onda e le braccia in alto nell'atto di reggere il vaso che versa l'acqua. Le forme e proporzioni regolari sono dentro misure classiche.
Altri vasi (non antropomorfi) di questo inventivo modellatore contengono e espandono l'elemento luce. Perforati variamente, con frammenti di vetro incastonati nei pertugi. Irradiano magiche luminosità di lampadine nascoste. Vasi di luce dentro. Non di rado la luce quella suggestiva delle umili candele; vasi -lampadario: luce fuori. Dopo l'acqua e la luce, l'aria: aria che circola divenendo suono. Nella sfilata di oggetti creata da questo elegante e straordinario artefice, nei quali la bellezza si lega al ricordo della funzione pratica, si avverte un nativo impulso ludico: il piacere primordiale gratuito di manipolare la duttile e antichissima argilla.

Valerio Pilon
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